La voce è uno strumento molto importante per la difesa personale, a patto di utilizzarla bene. Con questo non vogliamo dire che dovrete imparare a cantare! Più semplicemente, dovrete usare con accortezza la parola (o il grido) a seconda delle circostanze.
Nella difesa personale, la voce ha molteplici funzioni, che sinteticamente possiamo suddividere in tre gruppi:
A. Calmare l’aggressore
Parlare con tono pacato, assumendo un atteggiamento conciliante e trovando le giuste argomentazioni, talvolta “sgonfia” sul nascere una situazione potenzialmente pericolo
B. Invocare aiuto
Invocare aiuto, o comunque attirare l’attenzione di terzi, può avere un effetto deterrente sul potenziale aggressore. Ad esempio se un maniaco importuna una donna in pubblico costei non dovrebbe esitare a reagire verbalmente con fermezza dicendo <> detto a voce alta avrà l’effetto di attirare l’attenzione dei presenti e di scoraggiare l’importuno.
C. Emettere grida marziali
Accompagnare i vostri colpi con grida marziali avrà un duplice effetto: da una lato fornirà a voi una “carica” psicologica, dall’altro scoraggerà l’assalitore.
AL FUOCO”
Un altro consiglio pratico: in tutti i casi di aggressione in cui è utile cercare di richiamare altre persone (magari non presenti proprio sul posto ma a portata di voce), evitare di gridare “Aiuto” o cose simili. L’esperienza insegna che la gente non accorre a questo tipo di richiamo, per la semplice ragione che ha paura, e che non vuole grane. Ha paura, soprattutto perché non sa a cosa può andare incontro; quale reale pericolo ci aspetta dietro l’angolo. Vi suggeriamo, pertanto, di ricorrere a un richiamo psicologicamente più efficace, da un lato perché legato alle memorie ataviche della specie umana, dall’altro lato perché non generico. Questo richiamo è “Al fuoco”. Chi ode un simile appello avrà meno paura, perché saprà ciò che lo aspetta, e si sentirà in grado di proteggere la propria incolumità. Sarà dunque meno frenato nel desiderio di accorrere per prestare soccorso. Non importa se poi questo potenziale soccorritore interverrà attivamente o meno: solo il fatto che qualcuno accorra potrà far desistere l’aggressore dalla sua azione.
Nella difesa personale, la voce ha molteplici funzioni, che sinteticamente possiamo suddividere in tre gruppi:
A. Calmare l’aggressore
Parlare con tono pacato, assumendo un atteggiamento conciliante e trovando le giuste argomentazioni, talvolta “sgonfia” sul nascere una situazione potenzialmente pericolo
B. Invocare aiuto
Invocare aiuto, o comunque attirare l’attenzione di terzi, può avere un effetto deterrente sul potenziale aggressore. Ad esempio se un maniaco importuna una donna in pubblico costei non dovrebbe esitare a reagire verbalmente con fermezza dicendo <> detto a voce alta avrà l’effetto di attirare l’attenzione dei presenti e di scoraggiare l’importuno.
C. Emettere grida marziali
Accompagnare i vostri colpi con grida marziali avrà un duplice effetto: da una lato fornirà a voi una “carica” psicologica, dall’altro scoraggerà l’assalitore.
AL FUOCO”
Un altro consiglio pratico: in tutti i casi di aggressione in cui è utile cercare di richiamare altre persone (magari non presenti proprio sul posto ma a portata di voce), evitare di gridare “Aiuto” o cose simili. L’esperienza insegna che la gente non accorre a questo tipo di richiamo, per la semplice ragione che ha paura, e che non vuole grane. Ha paura, soprattutto perché non sa a cosa può andare incontro; quale reale pericolo ci aspetta dietro l’angolo. Vi suggeriamo, pertanto, di ricorrere a un richiamo psicologicamente più efficace, da un lato perché legato alle memorie ataviche della specie umana, dall’altro lato perché non generico. Questo richiamo è “Al fuoco”. Chi ode un simile appello avrà meno paura, perché saprà ciò che lo aspetta, e si sentirà in grado di proteggere la propria incolumità. Sarà dunque meno frenato nel desiderio di accorrere per prestare soccorso. Non importa se poi questo potenziale soccorritore interverrà attivamente o meno: solo il fatto che qualcuno accorra potrà far desistere l’aggressore dalla sua azione.