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    SCREENING PSICOLOGICO

    simone pedrazzini
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    Messaggio Da simone pedrazzini Mer Mar 04, 2009 6:57 pm

    Con il termine Screening s’intende l’insieme di strategie volte allo studio istantaneo del profilo psicologico di un aggressore per poter valutare nel minor tempo possibile il grado di pericolosità della situazione e le tecniche d’adottare più efficaci per neutralizzarla. Gran parte della strategia suggerita dalle tecniche di screening sono date dall’esperienza e dalla raccolta e l’analisi statistica delle varie tipologie d’aggressione. Questa branca della scienza applicata alla psicologia suddivide le aggressioni in varie categorie:

    -Aggressione da parte di malviventi abituali

    -Aggressione da parte di teppisti

    -Aggressione conseguenti a liti

    -Aggressione da parte di soggetti in stato alterazione mentale

    In una situazione di diverbio che può portare ad una reazione violenta, la differenza principale tra una persona esperta di autodifesa professionale (non di combattimento, sono due cose diverse) e una persona "normale", è che quest’ultima cederà immediatamente alla violenza in maniera istintiva, o quasi. Il professionista valuta la violenza come prima opzione, ma la tiene come ultima scelta. Se si esaminano la maggior parte delle liti che si scatenano fra due persone è facile suddividere gli eventi in corso in varie fasi:

    Innesco

    Escalation

    Conclusione

    L’innesco è la fase in cui il diverbio muta in una situazione che non permette ai due individui di interrompere l’evento in corso. Segue immediatamente l’escalation, più che altro una questione di conflitti di Ego tra i contendenti. In questa fase il professionista e/o la persona saggia riesce verbalmente a sedare la situazione e a bloccare lo sbocco alla violenza, che è una conclusione più che auspicabile, sempre. Altrimenti l’altra conclusione è ovviamente l’uso della violenza. Chi scatta per primo dei due individui è colui che sente l’impulso di dimostrare che "ha ragione". Deve dimostrare al proprio ego ed a eventuali persone che assistono al litigio che deve "vincere". Di solito il non-professionista cede all’opzione della violenza per uno o più dei seguenti motivi:

    Non ha valutato le conseguenze che la reazione violenta può portare (fisiche e/o morali)

    E’ certo che non si ferirà nello scontro

    E’ convinto che è il modo migliore per impartire una "lezione" a qualcuno

    E’ in preda agli effetti di sostanze stupefacenti e/o alterazioni psichiche
    In compenso il professionista deve sapere riconoscere sempre per tempo i segnali premonitori di uno scontro e una volta coinvolto deve reagire nella maniera più rapida e definitiva possibile; non tanto per applicare la logica del "vincere" e "dimostrare" qualcosa a qualcuno, ma per limitare al massimo i danni dello scontro. In generale lo screening ci suggerisce che quando siamo in piena escalation l’individuo non professionista prima di scattare all’attacco aumenta il ritmo respiratorio e ha un brivido, un tremito, più o meno ampio su tutto il corpo, oppure limitato a degli arti.
    A questa categoria di segnali appartengono le persone che non abituati alla violenza, ma stanno sfogando una grande collera. Telegrafando in maniera così vistosa le loro intenzioni, sono gli individui relativamente più semplici da gestire. Una situazione un po’ più ostica la possono creare coloro che sono abituati all’opzione violenza, anche se non sono dei combattenti professionisti, in quanto hanno imparato il concetto di non "trasmettere" le proprie intenzioni, ma piuttosto, prima di attaccare, tendono ad appiattire le loro emozioni. In ogni caso la reazione chimica della adrenalina nel corpo di chi ha deciso di attaccare è spesso evidente: aumento del respiro, cambiamento di colore repentino del viso, e il già citato tremore corporeo. L’esperto sarà in grado di mascherare in maniera efficace uno o più di questi segnali in modo da sfruttare al massimo la sorpresa.
    La reazione di massima efficacia si ha quando, avendo interpretato correttamente il linguaggio del corpo, si riesce ad eseguire una tecnica di anticipo. Il concetto è espresso nelle arti marziali giapponesi con il termine sen-no-sen. Per anticipo si intende una tecnica mirata a bloccare un arto che si carica per sferrare un attacco. Essendo in fase di caricamento il colpo non ha ancora espresso la massima forza, quindi le possibilità di immobilizzazione e di reazione sono molto alte.
    Un altro dettaglio da esaminare in questa fase è il fatto che il non-professionista, nel suo attacco (per quanto pericoloso che sia), sicuramente dimentica di proteggere alcune parti del suo corpo. Il corpo umano si può suddividere in quattro settori (alto dx, alto sx, basso dx, basso sx). Avendo solo due braccia possiamo coprire solo due settori alla volta. L’inesperto non si preoccuperà di coprirne nemmeno una in maniera efficace. Ecco che quando scatta l’attacco, probabilmente si è in grado, se non si riesce ad anticiparlo, almeno ad evitarlo e ad eseguire una tecnica percuotente su un settore scoperto.
    Queste che seguono sono situazioni di base che hanno origini e moventi diversi e che di conseguenza determinano strategie di reazione differenziate.

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